appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
Ass. Culturale Askavusa
Banca Sant'Angelo
IBAN: IT 06N0577282960000000006970

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giovedì 30 aprile 2009

ED ANCHE IL VIMINALE NE PRENDE ATTO!!!

VIMINALE, NESSUN AMPLIAMENTO CIE LAMPEDUSA
ROMA, 30 APR - Non ci sarà l'ampliamento del Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa. Dopo il parere negativo della Conferenza dei servizi, che si è tenuta ieri a Palermo, il Dipartimento libertà civili del Viminale ha disposto la chiusura del cantiere aperto per i lavori di ampliamento del Cie, il ripristino dello stato dei luoghi e l'utilizzazione dei soli manufatti preesistenti. Continua, pertanto, la normale attività del Centro di identificazione ed espulsione nella struttura originaria dell'ex Base Loran, zona ponente dell'isola, funzionante già dal 21 gennaio nel fabbricato in muratura realizzato nei primi anni '70. La richiesta di parere proposta nella Conferenza di servizi riguardava, infatti - come riferisce il Viminale - un eventuale ampliamento del numero dei posti da rendere operativo mediante la messa in opera di fabbricati leggeri ancorati su piattaforme di cemento preesistenti, realizzati a suo tempo in funzione di campi da tennis ed eliporto. A tale fine era stato allestito un cantiere, in attesa delle determinazioni della Conferenza di servizi, di cui ora è stata disposto lo smantellamento. (ANSA).

ORDINANZA DI DEMOLIZIONE PER IL C.I.E.!!!!

Per il comune di Lampedusa, sarebbe abusiva una parte del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) per immigrati clandestini di contrada Ponente. È emerso durante la conferenza dei servizi, svoltasi ieri sera alla prefettura di Palermo, fra i rappresentanti del Comune di Lampedusa, quelli della soprintendenza di Agrigento, degli assessorati regionali al territorio e ai beni culturali e della forestale e dei funzionari del ministero dell'Interno. La conferenza era stata organizzata affinchè i rappresentanti istituzionali presenti esprimessero i pareri preventivi sulle opere da realizzare per adeguare il Cie. Ma il dirigente dell'Ufficio tecnico di Lampedusa Giuseppe Gabriele ha detto che i pareri preventivi erano inutili, considerato che le opere erano state già realizzate dal ministero dell'Interno. I rappresentanti degli enti non si sono quindi espressi. «Il Comune di Lampedusa - ha detto il sindaco Dino De Rubeis - che ha sempre sostenuto che i 300 metri quadrati di opere realizzate nell'ex base militare Loran erano abusive adesso dovrà emettere una ordinanza di demolizione. Il comandante della polizia municipale Elio Desiderio quattro giorni fa ha denunciato alla procura per abusivismo edilizio i due tecnici ai quali il ministero aveva affidato il riadattamento dell'ex base Loran con pannelli e container premontati».

IMMIGRATI: ABUSIVO CIE DI LAMPEDUSA, TECNICI DENUNCIATI

Il centro di identificazione ed espulsione di contrada Ponente di Lampedusa e' abusivo. E' quanto emerso, secondo quanto risulta all'Agi, dalla conferenza di servizi che si e' svolta in prefettura ad Agrigento e alla quale hanno preso parte rappresentanti del Comune di Lampedusa ,della Soprintendenza, del Genio civile, degli assessorati regionali al Territorio e ai Beni culturali e della Forestale. Si e' trattato della terza riunione convocata per dare i pareri preventivi previsti dalla legge. Ma il Comune di Lampedusa ha fatto presente che, secondo una denuncia presentata dal Comando dei vigili dell'isola, la struttura non e' regolare perche' si chiedono autorizzazioni preventive per un edificio gia' esistente. Le autorizzazioni, semmai, dovevano essere chieste prima dei lavori di riadattamento della caserma. Secondo quanto si e' appreso, i vigili urbani di Lampedusa avrebbero anche denunciato i due professionisti romani ai quali il ministero si e' affidato per realizzare i lavori di riadattamento della ex base Loran a Cie.

mercoledì 29 aprile 2009

RAPPORTO ONG SU LAMPEDUSA,VIOLAZIONI ECLATANTI

PARIGI, 28 APR - «Violazioni eclatanti del diritto italiano, europeo e internazionale in materia di immigrazione»: è la principale conclusione del rapporto della Rete euromediterranea dei diritti umani (Remdh), presentato stamattina a Parigi. Nel rapporto emergono «chiaramente i gravi disfunzionamenti», diretta conseguenza «della decisione del governo italiano di trasformare Lampedusa in un luogo di detenzione degli immigrati e di coloro che chiedono asilo». Vengono denunciate «condizioni sanitarie inaccettabili», come la distribuzione di «pasti monotoni» e di «kit sanitari» adatti solamente a «soggiorni di qualche giorno». Le prestazioni sanitarie non sarebbero all'altezza delle patologie di lungo termine e dei «problemi psicologici che si verificano nell'universo della detenzione». Viene anche giudicata insufficiente la presenza di due sole ambulanze e di un ambulatorio che funziona una volta alla settimana. Il rapporto raccomanda «urgentemente» alle autorità italiane di mettere fine alle espulsioni e alla detenzione degli immigrati, di lasciarli partire verso altri centri di accoglienza dopo il primo periodo a Lampedusa. E, «a medio termine», di abrogare il decreto del 26 gennaio che intende stabilire nell'isola un Centro di identificazione e espulsione (Cie). Il rapporto è il risultato della missione di sei membri della Remdh, che si è svolta a Lampedusa dal 25 al 27 febbraio scorso. L'iniziativa è partita dalla Federazione dei Tunisini per la cittadinanza delle due Rive (Ftcr), preoccupata per le condizioni degli immigrati tunisini che approdano nell'isola.

lunedì 27 aprile 2009

Nave PINAR: Malta aveva ragione (e l'Italia torto!)


MALTA, ACCORDO CON ITALIA SU SOCCORSI IN MARE
(ANSAmed) - LA VALLETTA, (MALTA) 27 APR - Tutti gli immigrati soccorsi in mare saranno trasferiti verso «il porto più vicino e sicuro». È questo l'accordo, secondo quanto si apprende da fonti vicine al governo di La Valletta, raggiunto tra Italia e Malta dopo il braccio di ferro sulla nave Pinar e su dove devono essere portati i clandestini recuperati in mare. Le trattative, sostengono le fonti, sono state condotte a Varsavia, dove ha sede Frontex (l'agenzia europea per il controllo delle frontiere), negli ultimi giorni e si sono sbloccate dopo il colloquio, giovedì a Bruxelles, tra il ministro maltese Carmelo Mifsud Bonnici e quello italiano Roberto Maroni. L'intesa prevede anche che a partire da questa settimana inizieranno i pattugliamenti congiunti nel Mediterraneo, sotto la guida di Frontex. Si tratta della missione denominata 'Nautilus IV', che sarebbe dovuta partire in realtà il 1 aprile. Sarà Frontex, sostengono sempre le fonti maltesi, a coprire tutte le spese dei pattugliamenti che vedranno impegnati oltre alle marine e le forze aeree d'Italia e di Malta, anche quelle di Francia, Grecia, Spagna, Germania, Lussemburgo e Finlandia. La copertura finanziaria è di circa 10 milioni di euro. La missione, sostiene Malta, sarà coordinata da un centro di operazioni a La Valletta dove sarà presente anche un pool di esperti dell'Ue, che assisteranno alle operazioni.

lunedì 20 aprile 2009

LAMPEDUSA, FRONTIERA DEI DIRITTI NEGATI

Giovedì 23 aprile, ore 21, Piazza Commendatore Brignone
Manifestazione pubblica promossa da Arci, Associazione Askavusa e dal Comitato cittadino NO C.I.E.

In collaborazione con le reti internazionali Flare e Migreurope
e col patrocinio del Comune di Lampedusa

Concerto di Assalti Frontali, Villa Ada Posse, Esa, Willy Valanga
Interviene il giornalista Gad Lerner


Lampedusa rappresenta l’ultima frontiera dell’Europa del sud, la prima porta per chi arriva dall’Africa. In troppi casi la speranza di raggiungere questo lembo di terrà è naufragata nel mare che lo circonda, tanto da trasformare il canale di Sicilia in un cimitero a cielo aperto, sul fondo del quale giacciono migliaia di corpi senza nome.

In altri casi, per chi ce l’ha fatta a raggiungere l’isola, l’approdo ha determinato detenzione, privazione dei diritti fondamentali, espulsione.

Lampedusa si è via via trasformata in una fortezza militarizzata, dove anche i suoi abitanti soffrono l’isolamento cui è stata costretta, privi di molti servizi essenziali, di una sanità dignitosa, di trasporti efficienti.

Tutto ciò potrebbe trovare soluzione se le politiche migratorie nel nostro paese investissero sull’integrazione anziché sulla repressione, con una legislazione che consentisse l’ingresso legale nel nostro paese, mettendo fine a traffici illeciti e sfruttamento e liberando risorse da investire per migliorare le condizioni di vita di chi vive o arriva sull’isola.

Di questo i lampedusani hanno acquisito consapevolezza e con le associazioni del luogo hanno promosso una petizione popolare per chiedere che nessun CIE venga realizzato nelle Pelagie; che sull’isola ci sia solo un centro di soccorso e accoglienza dove i migranti restini solo il tempo necessario per essere avviati nel percorso loro assegnato; che nessuna struttura destinata all’accoglienza venga aperto presso la ex base Loran; che il governo destini le risorse per risolvere i problemi degli abitanti; che si apra un Tavolo di consultazione permanente con la popolazione sulle decisioni che riguardano le strutture dell’isola.

Per sostenere i contenuti della petizione e la raccolta firme, l’Arci, l’associazione Askavusa e il Comitato cittadino NO CIE hanno organizzato un’iniziativa pubblica il 23 aprile a Lampedusa, che si concluderà con il concerto “Pass the mic pt.2…009” di Assalti Frontali, Villa Ada Posse, Esa, Willy Valanga. L’evento ha il patrocinio del Comune e si tiene in collaborazione con le reti internazionali Flare e Miogreurope.

domenica 19 aprile 2009

COMUNICATO STAMPA: CASO DELLA NAVE MERCANTILE PINAR: LA NUOVA CAP ANAMUR?


Assistiamo indignati alla decisione assunta dal governo italiano di rifiutare da giorni l’accesso alle acque territoriali italiane del mercantile turco “Pinar” che ha salvato dal naufragio 154 immigrati, e rifugiati, e che è ancora bloccato a venti miglia a sud di Lampedusa, con a bordo decine di feriti e il cadavere di una donna morta durante la traversata. Il comandante continua a lanciare richieste di aiuto sempre più pressanti ma le autorità italiane, al pari di quelle maltesi, rifiutano l’ingresso nelle acque territoriali. Esattamente come nel caso della nave tedesca Cap Anamur, nel 2004, i cui responsabili sono ancora oggi sotto processo ad Agrigento. Decisioni del governo italiano, come quelle assunte nel 2004, che continueranno a dissuadere in futuro le navi mercantili da interventi di salvataggio e saranno oggettivamente causa di altri morti e di altri dispersi. L'Italia deve dare accoglienza ai migranti salvati dal mercantile “Pinar”. Se, infatti, il mercantile dovesse essere fatto proseguire per la Tunisia, sua destinazione, con i migranti ancora a bordo, si realizzerebbe un respingimento collettivo, vietato da tutte le convenzioni internazionali.I migranti salvati dal “Pinar” hanno diritto di sbarcare subito in un posto sicuro, che, secondo quanto prescrivono le Convenzioni internazionali che Malta e l’Italia hanno sottoscritto, non è necessariamente quello più vicino.
A tutti i migranti salvati dalla “Pinar”, che hanno affrontato questo drammatico viaggio verso l’Europa per richiedere protezione internazionale, dovrebbe essere garantita la possibilità di presentare una richiesta di asilo.
La Convenzione SAR del 1979 impone un preciso obbligo di soccorso e assistenza delle persone in mare, senza distinguere a seconda della nazionalità o dello stato giuridico, stabilendo altresì, oltre l’obbligo della prima assistenza anche il dovere di sbarcare i naufraghi in un luogo sicuro. Nel 2006 con le modifiche alle convenzioni internazionali sul salvataggio in mare e con le linee guida - adottate dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO) - viene fatta maggiore chiarezza sul concetto di luogo sicuro e sul fatto che la nave soccorritrice è un luogo puramente provvisorio di salvataggio. Ma il governo maltese non ha ancora ratificato questi ultimi accordi con la conseguenza che tra Italia e Malta, sulla pelle dei migranti, è in corso una partita truccata, perché ognuno invoca regole diverse. E tutti e due i paesi ignorano le più elementari istanze di umanità.
Il porto sicuro verso il quale deve fare rotta al più presto la nave “Pinar” può essere soltanto un porto italiano, dopo che le ultime relazioni del Consiglio d'Europa hanno confermato le gravi violazioni dei diritti umani a danno dei migranti in Tunisia ed in Libia.
Neppure ha senso invocare l’intervento di FRONTEX - agenzia per il controllo delle frontiere esterne - come sta facendo in queste ore il ministro Frattini. FRONTEX e i pattugliamenti congiunti non risolvono il problema del salvataggio delle vite umane a mare, come ben dovrebbe sapere il ministro, ma sono finalizzati al respingimento delle imbarcazioni cariche dei migranti verso l’inferno libico dal quale sono partiti.
La controversia diplomatica tra Italia e Malta non può comportare in alcun modo il verificarsi di fatti sconcertanti come il palleggiamento di responsabilità tra due stati, con il rischio gravissimo di compromette la vita e la sicurezza dei naufraghi.
La tutela della vita e della sicurezza delle persone, ed il rispetto del diritto d’asilo costituiscono principi cardine dell’ordinamento giuridico nazionale e comunitario.

Per tali ragioni l’Asgi, la CGIL Agrigento, Amnesty International Agrigento, Borderline Europe e Fortresseurope
- richiamiamo il governo italiano alle sue responsabilità ed ai suoi obblighi di salvataggio, consentendo l’immediato accesso al territorio italiano della nave Pinar, al fine di procedere, nel più breve tempo possibile, alle operazioni di soccorso;
chiediamo alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo un immediato intervento per regolamentare in futuro questa materia, a partire dalle riformulazione delle missioni Frontex in funzione di salvataggio della vita umana con riferimento all’ingresso dei richiedenti asilo.

Firmatari
A.s.g.i. (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), C.G.I.L. Agrigento- Social Help, Amnesty International Agrigento, Borderline Europe, Borderline Sicilia e Fortresseurope

Info
Prof. Fulvio Vassallo Paleologo (Asgi)
348.3363054 fulviovassa@tin.it
Avv. Leonardo Marino (C.G.I.L. Social Help Agrigento)
328.6296334 avv.leonardomarino@gmail.com
Dott.ssa Germana Graceffo (Borderline Sicilia)
331.2048044 ger.gra@libero.it

Da Lampedusa un urlo di civiltà!


sabato 18 aprile 2009

La nave che nessuno vuole

Da La Repubblica.it di sabato 18 aprile 2009

Pinar, alta tensione con Malta
L'armatore: "Situazione tragica"

"La situazione è tragica. Ci servono coperte e acqua non potabile: le cisterne sono ormai vuote". lancia un grido d'allarme Baris Erdogdu, armatore del mercantile turco Pinar fermo da giorni in acque internazionale e al centro di un braccio di ferro diplomatico tra Malta e Italia per la destinazione finale di 154 extracomunitari che erano stati soccorsi dall'equipaggio e presi a bordo. Il governo italiano sollecita Malta a intervenire "di fronte alla grave emergenza umanitaria verificatasi a bordo". Intanto continuano gli sbarchi di immigrati in Sicilia. Il Pinar. Il mercantile turco è fermo a 25 miglia a sud di Lampedusa, al limite delle acque territoriali italiane. Tra i migranti presi a bordo del Pinar ci sono 37 donne, due incinte, e una quarantina di minori. Il corpo senza vita di una donna incinta, che era sul barcone soccorso, è stato sistemato su una scialuppa. Le 152 persone si trovano sul ponte del mercantile, perché le stive sono piene di grano, e quindi non sono al riparo dal vento e dalle intemperie. Medici a bordo. Parlando via radio col comandante della nave l'armatore ha saputo che una quarantina di persone stanno molto male. Intanto sulla nave è giunta l'equipe medica, partita da Catania con un elicottero, che visiterà nuovamente i migranti. Frattini. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si legge in una nota della Farnesina, "ha impartito già ieri istruzioni all'ambasciatore italiano a Malta, Andrea Trabalza, di compiere passi al massimo livello per sollecitare un adeguato intervento da parte delle Autorità della Valletta". Frattini, prosegue la nota, ha "allo stesso tempo rivolto all'Unione Europea un pressante appello affinché l'Agenzia Europea per la gestione ed il controllo delle frontiere esterne (Frontex) assolva con la necessaria rapidità ed efficacia agli impegni che le sono propri, ed assicuri una soluzione urgente ad una dolorosa questione che non può che travalicare l'ambito bilaterale italo-maltese, e piuttosto investe in pieno le competenze e le responsabilità dell' intera Unione". Ieri l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) aveva rivolto un appello all'Italia e a Malta affinché consentano lo sbarco dei 154 immigrati.

domenica 12 aprile 2009

Qualcuno ci può, cortesemente, far sapere cosa accadrà il 26 aprile?

SICUREZZA: MANTOVANO, 700 CLANDESTINI LIBERI SOLO A LAMPEDUSA (ANSA) -
ROMA, 8 APR - «Dei 1.038 clandestini che verrebbero liberati alla data di scadenza del decreto, 700 sono solo a Lampedusa. A questi, chi pagherà il taxi per lasciare l'isola? I parlamentari che oggi hanno votato per sopprimere la norma che prolungava la loro detenzione nei Cie?». Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, sintetizza così l'emergenza clandestini che si potrebbe creare in Italia, e in particolare a Lampedusa, se questa norma non verrà approvata in tempi rapidi. «La proposta avanzata dal ministro dell'Interno di provare ad inserire nuovamente questa misura che prolunga il periodo di detenzione nei Cie nel decreto che ora dovrà passare all'esame del Senato, mi sembra davvero l'unica soluzione possibile» osserva Mantovano. «Il tempo ci sarebbe, perchè il decreto, secondo i calcoli del ministero, dovrebbe scadere il 26, e anche se alla Camera la settimana dopo Pasqua sarà di vacanza, al Senato invece si lavorerà». (ANSA). BSA/FV 08-APR-09