appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
Ass. Culturale Askavusa
Banca Sant'Angelo
IBAN: IT 06N0577282960000000006970

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lunedì 31 maggio 2010

Vergognoso assalto israeliano alla flotta della pace!


Israele «ostaggio di se stesso» attacca la nave dei pacifisti

La comunità internazionale è sotto Shock per l’assalto alla nave dei pacifisti verso Gaza. A cominciare dall'alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Navi Pillay, che si e' detta scioccata per l'assalto israeliano contro la flottiglia di navi diretta a Gaza. Sia per l’assalto in sé, sia per la vecchia, scontata, “scusa” dei terroristi a bordo. Israele attribuisce a militanti filo-palestinesi a bordo della flotta umanitaria la responsabilità delle violenze scoppiate a bordo. La realtà, come spiegano molti analisti e studiosi della questione medio-orinetale, è che Israele si è avventurato sulla strada scivolosa del "fndamentalismo", di è rifugiato nella poltica estremistica che si alimenta di paure e dogmi. È la politica di arroccamento che ha armato la mano dell'esercito contro i pacifisti.

«Sono stati loro a dare il via alla violenza - ha detto Mark Regev, portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyhahu - Abbiamo fatto ogni sforzo possibile per evitare lo scontro: il mandato ai militari era che si trattava di un'operazione di polizia e di usare la massima attenzione. Sfortunatamente (i militari) sono stati attaccati con violenza dalle persone a bordo, (che hanno utilizzato) sbarre, coltelli e colpi d'arma da fuoco». E segue l'antico adagio, appunto, del ministero degli Esteri ha definito la flottiglia "armata dell'odio e della violenza" e ha accusato gli organizzatori di essere "terroristi" legati ad Hamas.
A bordo ci sono almeno cinque gli italiani ha riferito Mila Pernice, della Rete romana di solidarieta' con il popolo palestinese, portavoce in Italia della missione della 'Flotta della Liberta''. Si tratta della giornalista Angela Lano, del sito internet Infopal.it, del freelance e regista Manolo Luppichini, del tenore Joe Fallisi, del reporter Manuele Zani e del medico Angelo Stefanini. Con loro ci sono anche due cittadini palestinesi residenti in Italia. Non fanno parte del gruppo Fernando Rossi e Monia Benini, del movimento politico 'Per il bene comune', costretti a rimanere a terra dalle autorita' cipriote, che venerdi' scorso hanno impedito loro di salpare. Mila Pernice ha parlato di "atto di criminalita' assurdo e palese violazione del diritto internazionale" visto che -ha spiegato- al momento dell'attacco "le navi si trovavano a 75 miglia dalla costa in acque internazionali". E ha aggiunto: "sono pacifisti inermi e non violenti, la loro e' un'azione di sostegno politico e umanitario". Ora la flotta umanitaria, verso la quale dalla notte si sono interrotte le comunicazioni («il telefono satellitare a bordo non e' piu' raggiungibile, ma noi continuiamo a chiamare»), e' sotto il controllo della marina israeliana. "La stanno scortando al porto israeliano di Ashdod", ha riferito Pernice, "perche' li' non ci saranno giornalisti ad attenderli". L'attivista italiana ha annunciato per le 17:30 un corteo davanti agli uffici dell'Onu di piazza San Marco a Roma, sede del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. "Ci mobiliteremo tutti", ha assicurato, "fino a che questa ennesima crisi non sara' scongiurata. Abbiamo avuto gia' centinaia di adesioni".
Il 'numero due' della diplomazia israeliana, Danny Ayalon, ha spiegato che sono state trovate almeno due pistole a bordo della flotta con militanti filo-palestinesi e, per giustificare l'azione del commando, ha aggiunto che nessun Paese sovrano avrebbe consentito un'analoga provocazione. «Israele -ha assicurato- non vuole la guerra con nessuno ma non poteva consentire che le navi aprissero un corridoio per contrabbandare armi e terroristi». Del resto, ha continuato, la Flotta della Liberta' aveva spiegato chiaramente che il suo obiettivo era forzare il blocco marittimo su Gaza e stamane ha "ignorato" gli appelli israeliani a tornare indietro.
Aumenta in modo preoccupante l'escalation di rabbia in Turchia dopo l'operazione della marina israeliana di questa notte. A Istanbul e Ankara si sono formati numerosi cortei, con la partecipazione di migliaia di persone, mentre il governo ha definito "inaccettabile" l'azione israeliana. Nella capitale turca decine di persone si sono riunite davanti alla sede dell'ambasciata israeliana e alla residenza privata dell'ambasciatore Gabby Levy. Ancora più pesante la situazione a Istanbul, dove fin dall'alba centinaia di manifestanti hanno cercato di scavalcare i cancelli del consolato israeliano a Levent, causando anche momenti di scontro con la polizia che cercava di contenere la folla. La gente ha scandito slogan contro Israele, mentre tanti manifestanti sventolavano la bandiera palestinese. Nella tarda mattinata poi una manifestazione di circa 2.000 persone ha iniziato a sfilare nelle strade del centro della megalopoli sul Bosforo, diretta a piazza Taksim, cuore della città. Sullo sfondo della mobilitazione di piazza, la dura reazione del governo di Recep Tayyip Erdogan. Il ministero degli Esteri ha emanato una nota che definisce inaccettabile l'attacco di Israele. E si attende ora un comunicato dal tavolo di crisi convocato dal premier appena saputo dell'attacco. A bordo delle navi della flotta umanitaria diretta a Gaza c'erano anche due deputate tedesche della Linke, Annette Groth e Inge Hoeger, di cui al momento non si hanno notizie. Una collaboratrice dell'ufficio di Annette Groth al Bundestag ha comunicato di non essere riuscita a mettersi in contatto con il cellulare della deputata. "Attualmente non sappiamo come sta", ha aggiunto. Su una delle imbarcazioni era presente anche lo scrittore svedese Henning Mankell.


FONTE: WWW.LIBERAZIONE.IT


sabato 29 maggio 2010

Tesseramento Arci Askavusa 2010/2011


Arci Askavusa per il secondo anno sta portando avanti importanti progetti a Lampedusa.
(Museo delle Migrazioni, Eco Museo, Lampedusa in Festival, Mostre di Artigianato, Cineforum, Attività Musicali, Mostre Artistiche e Open Space Technology di cui presto avrete aggiornamenti su questo blog).
Ognuno di questi progetti è... e sarà frutto della libertà di parola e cooperazione tra liberi cittadini che vige all'interno dell'associazione.
Tutto parte dal presupposto che ognuno vale uno, ognuno è un piccolo tassello in un grande mosaico, ognuno ha una storia da raccontare, proposte e idee da condividere e attuare, piccoli contributi per grandi progetti.
A questo proposito Arci Askavusa ha aperto il tesseramento per l'anno 2010/2011.
L'adesione ad Arci Askavusa per chi non potesse partecipare attivamente per mille motivi, sarebbe anche un modo di sostenere passivamente le nostre iniziative.
All'iscrizione riceverai con una piccolo contributo di 10 euro una tessera Arci (annuale) con la quale potrai usufruire di sconti e servizi in varie località d'Italia convenzionate con Arci e allo stesso tempo avrete la consapevolezza che i vostri soldi sono giunti ad attività socio-culturali "nel e per" il nostro territorio. (clicca qui per visualizzare le convenzioni Arci).

Per dare la tua disponibilità al tesseramento scrivi a: askavusa@gmail.com
Oppure chiama il: 3498160005






Lampedusa O' scià & Inaugurazioni Piazze -- Dott. Siragusa -

mercoledì 26 maggio 2010

Lampedusa come Ellis Island: Askavusa Arci plaude all’adesione dell’Assessore Regionale Armao al progetto del Museo delle Migrazioni.


COMUNICATO STAMPA

In occasione dell’inaugurazione della Piazza Castello a Lampedusa tenutasi il 21 maggio scorso, l’Assessore ai Beni Culturali, Gaetano Armao ha comunicato l’adesione della Regione Sicilia al Progetto del Museo delle Migrazioni ed il suo gemellaggio con il museo di Ellis Island.
Il progetto è stato ideato e promosso da Askavusa ARCI e LIMEN in collaborazione con Legambiente, Rete dei Comuni Solidali, ASGI ed ha ricevuto sinora numerose adesioni e patrocini, tra cui: Presidenza della Camera dei Deputati, IOM, UNHCR, Comune di Lampedusa.
L’idea è quella di realizzare nell’isola di Lampedusa un museo sulle migrazioni e sui passaggi, in considerazione del ruolo che quest’isola riveste per la sua posizione geografica al centro del Mediterraneo.
Il progetto si colloca nell’ambito delle numerose attività culturali e di sensibilizzazione messe in campo negli ultimi mesi dalle associazioni promotrici sui temi dell’immigrazione e sul ruolo dell’isola di Lampedusa, al fine di esaltarne la funzione di luogo di speranza, di riposo, di transito, non solo per gli uomini, ma per tante specie animali.
Ormai da oltre 15 anni Lampedusa è al centro del fenomeno migratorio in atto nel Mediterraneo, che per dimensioni, durata, caratteristiche, viene definito dagli osservatori nazionali ed internazionali fenomeno epocale.
L’idea del progetto nasce proprio dalla consapevolezza che Lampedusa sta vivendo una pagina di storia, anzi sta continuando la sua storia di isola di salvezza ed accoglienza.
“Il museo delle migrazioni intende conservare – dichiara Giacomo Sferlazzo - le testimonianze di questi movimenti migratori, perché riteniamo sia preciso dovere dei protagonisti di questo tempo e di questo fenomeno, tramandare alle future generazioni il racconto di fatti epocali di cui Lampedusa è stata ed è una tappa fondamentale”.
A tal fine, Askavusa da anni raccoglie storie ed oggetti: i corani e le bibbie, i vestiti, le scarpe, i documenti ed altre piccole cose che il mare ci ha restituito e che parlano e parleranno ai posteri di queste tragedie, di queste speranze, di questi sogni che spesso soffocano nei fondali del Mediterraneo ed ha già avviato le procedure per l’assegnazione di alcune barche utilizzate dai migranti per i viaggi della speranza.
Dopo l’adesione dell’Assessore Regionale Armao, il progetto acquista sempre maggiore concretezza e il Presidente del Consiglio Comunale di Lampedusa ha già comunicato che nella prossima seduta verrà decisa la localizzazione del costituendo museo e delle aree in cui saranno collocate le barche, per dare l’avvio a questo ambizioso progetto.

Per maggiori informazioni: Giacomo Sferlazzo – cell. 3498160005

Cercasi spazio in affitto



**********AVVISO**********


Salve a tutti

Arci Askavusa sta cercando uno spazio in affitto (annuale) a Lampedusa per la creazione di una sede allo scopo di promuovere attività di tipo culturale-ricreativo.
Chiunque sia a conoscenza di uno spazio affittabile, contatti i seguenti numeri:

3393178760
3498160005



P.S. Qualsiasi località dell'isola è preferibile.


Lampedusa In Festival II edizione-dal 19 al 25 luglio 2010


Storie, incontri, vissuti, flussi migratori, cultura che appartengono al bacino Mediterraneo Un concorso per filmaker, un linguaggio nuovo capace di parlare ai giovani, aperto a tutti italiani, e stranieri su temi attuali e importanti, su temi che hanno fatto conoscere a tutta l’Italia, il comune di Lampedusa, come una comunità capace di dare speranza.In questo particolare momento storico, la questione della coesistenza tra popolazioni e tradizioni culturali differenti che si sono sviluppate in regioni lontane del pianeta e si ritrovano identiche e diverse all'interno di molteplici e complessi contesti territoriali, emerge in modo sempre più marcato. I problemi che riguardano gli “stranieri” spesso sono affrontati seguendo ragionamenti, e immagini che rappresentano il rapporto tra migrante (ma non solo: l'escluso, il diverso) e non-migrante (lo stanziale che apparentemente sembra "subire" l'arrivo di un "altro"), esclusivamente attraverso confronti generici, colmi di pregiudizio. Di fronte a forme di conflitto di natura sempre più culturale e religiosa, è necessario individuare strategie e dinamiche di composizione delle differenze. Confronti non tra culture tesi all'appiattimento o alla pacificazione tra esperienze diverse, sociali, culturali, religiose, politiche, ma azioni, iniziative, fatti concreti che promuovano scambio e conoscenza reciproca – una certa ricomposizione dei rapporti.La Settima Arte, il cinema o arte cinematografica può aiutare a trovare linguaggi nuovi in grado di raccontare questi cambiamenti /questi incontri. Il cinema può essere strumento valido per costruire una cultura in grado di parlare a tutti, attraverso storie e immagini. Il cinema come osservatorio sulla realtà del cambiamento, capace di promuovere riflessioni non solo sui disagi, le tensioni, i conflitti ma anche le speranze, le aperture e la ricchezza che fanno da sfondo all’immigrazione, al confronto fra culture diverse.