appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
Ass. Culturale Askavusa
Banca Sant'Angelo
IBAN: IT 06N0577282960000000006970

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lunedì 11 luglio 2011

COMUNICATO STAMPA

Da molte settimane a Lampedusa, nei pressi dell'ex base Loran, oggi centro per migranti, di cui non si capisce bene di che tipo, se: C.P.S.A., C.P.T., C.I.E. o altro, sono rinchiusi circa duecento minori non accompagnati,questi ragazzi sono in stato di detenzione senza avere commesso reato, sono rinchiusi senza la possibilità di uscire neanche per qualche ora. Alcuni hanno sollevato spesso il problema e le risposte ufficiali sono che in Italia i posti per minori sono tutti pieni. In questo ultimo mese a Lampedusa sono sbarcate tanti nuclei familiari, tanti bambini piccoli, questi vengono portati in altre zone d'Italia in modo veloce, ma in posti dove la parola accoglienza è veramente un eufemismo. Purtroppo le autorità competenti non stanno prendendo in considerazione alcune proposte fatte per quanto riguarda l'accoglienza quella vera, quella che funziona, un esempio emblematico è il caso di Riace, il piccolo comune della Locride dove il sindaco Domenico Lucano è riuscito insieme ai suoi collaboratori a far diventare un piccolo borgo disabitato un villaggio multietnico, dove convivono Kurdi,Palestinesi, Etiopi, Nigeriani e genti di molte altre nazioni.
Questo progetto a cui poi si sono accodati altri piccoli comuni vicini come Caulonia, funziona da molti anni ed ha dimostrato come sia possibile con gli stessi fondi stanziati dal governo per rinchiudere in posti invivibili e senza prospettive i migranti, creare sviluppo e veri e propri laboratori di convivenza.
In questi giorni il sindaco di Riace Domenico Lucano ha proposto di accogliere 130 migranti, ma a quanto pare ha ricevuto risposta negativa da parte delle autorità che sembrano volere continuare ancora sulla linea dura, senza accorgersi di stare perdendo un enorme possibilità, quella di arrivare prima di altri paesi a quello che sarà l'inevitabile futuro dell'Europa. Anche il sindaco di Acquaformosa un piccolo comune di cultura arbresh in provincia di Cosenza, Giovanni Mannoccio, che ha messo a disposizione 50 posti nel suo comune. Crediamo che l'esperienza di Riace e Caulonia siano ripetibili e che hanno dimostrato di portare ricchezza umana, culturale ed economica e che debbano essere messe in condizione di potere operare la propria “Vocazione” soprattutto in momenti cosi critici come quello attuale, in cui servono luoghi in cui le persone possano vivere e costruire la propria vita insieme ad altre persone e non essere rinchiusi in posti in cui la vita spesso diventa invivibile.
A tale proposito chiediamo che i minori rinchiusi alla Loran fino a quando non avranno trovato una degna sistemazione, possano uscire dal centro e che chi voglia andare a trovarli e fare qualche attività con loro abbia la possibilità di farlo, inoltre chiediamo che la richiesta delle varie realtà che mettono a disposizione posti, competenze ed esperienze vengono accolte e supportate da chi di dovere.
Sappiamo bene che i minori hanno una condizione particolare e che non possono essere accolti in qualsiasi tipo di struttura, pensiamo che dove esiste la volontà di accogliere si costruiscano le condizioni per farlo nei modi in cui la legge prevede, sappiamo anche che la gestione di questi flussi migratori è complessa e che ci sono molte cose da non sottovalutare ma riteniamo che alcune situazione, come quella dei minori alla “Ex base Loran” siano inaccettabili e si debba fare di tutto per risolverle nel minore tempo possibile, intanto se si migliorassero le condizioni di vita di questi ragazzi che ripeto , vivono una condizione carceraria senza avere commesso alcun reato, avremmo meno cose di cui vergognarci.

sabato 2 luglio 2011

Dalla Valle si Susa. NO TAV.

Il piazzale della Maddalena, a Chiomonte, dove da alcune settimane si era insediato un –presidio- con tanto di campeggio, cucina da campo, lungo tavolo per mangiare, tendone per incontri pubblici, area giochi per bimbi ecc (ormai il movimento notav ha acquisto una professionalità..), aveva il compito di impedire l’apertura del cantiere. Un luogo a ottocento metri di altitudine, fra coltivazioni di lavanda e vigneti i più alti d’Europa (e questo aveva fatto scendere in campo, a difesa, due anni fa, Gérard Depardieu). Alla Maddalena c’è anche una cascina ristrutturata da poco dalla Comunità Montana e sede del Museo che raccoglie reperti dal Neolitico alla seconda età del ferro. In zona anche la famosa galleria scavata nel 1533 dal maestro minatore Colombano Romean che ha accettato la sfida di scavare da solo la galleria della Thullie per portare l’acqua al paese. L’incredibile storia è stata raccontata da Alessandro Perissinotto “La canzone di Colombano” per i tipi di Sellerio. (diventato un best seller).

Qui racconto un’altra storia, quella di migliaia di persone salite alla Maddalena per evitare lo sgombero del cantiere. La sera, domenica 26 giugno, era stata lanciata all’ultimo, con il solito tam tam, sms e facebook, una fiaccolata alla quale avevano risposto sei/settemila persone. Sono rimaste lassù fino a mezzanotte poi molti son tornati a casa per problemi di lavoro e sul sito siamo rimasti comunque in tanti, mille, millecinque. La notte trascorsa ad aspettare con l’ansia che saliva saliva. Con noi moltissimi giornalisti e Tv, e questo faceva appunto pensare che era la notte giusta, in molti ci auguravamo che non rimandassero perché (anche per problemi logistici) cominciava a diventare pesante essere sempre all’erta, pronti a mollare tutto e a dirigersi alla Maddalena.
Impossibile raccontare tutto, vado per flash. La sensazione permanente è sempre stata quella di –irrealtà- totale.
E’ quasi l’alba.
Come previsto per segnalare a tutte le persone presenti nell’area l’avvicinarsi della colonna di polizia, finanza e carabinieri vengono sparati dei fuochi artificiali. Bellissimi, colorati. Irreali- perché non annunciavano “festa”.

Irreale erano le raccomandazioni che echeggiavano dalla gente sul piazzale, ai ragazzi o ai giornalisti: “non calpestate la lavandaaaa”, (in un clima tesissimo con le ruspe e i poliziotti che stavano salendo).

Irreale era la luce, il sorgere del sole, sulle montagne, confine francese

Completamente irreale era la musica della radio, sintonizzata su un programma di buongiorno mattino che continuava a trasmetteva canzonette… mentre i poliziotti, caschi blu, maschere antigas, scudi e manganelli avanzavano per sgomberare

Irreale era la muraglia di persone di tutte le età appesa alle griglie per opporsi con il proprio corpo alla ruspa che avanzava. Persone che non avevano certo l’attitudine a questo genere di cose, eppure, determinati.

Irreale è stata la performance in un silenzio apocalittico del nonviolento pacifista Turi Vaccaro (presente fin da Cosimo), e abituato a girare a piedi l’Europa, il quale ad un certo punto è andato incontro alle truppe, scalzo e con le mani alzate, brandendo una treccia d’aglio e con questa “benediva” i poliziotti. Poi si è fermato e si è messo a fare yoga. (ovviamente l’hanno impacchettato subito)

Irreale era la “tenuta” sul piazzale, le parole da guerriglia: “ci attaccano”, “attenti ai lacrimogeni”, la decisione comune di “indietreggiare” lasciare il campo mentre il primo sole del mattino evidenziava le vigne inondate dai gas lacrimogeni.

E poi su a scappare per la montagna
Con i poliziotti dietro che menavano su chi si inciampava, chi cadeva.
Una ritirata farsesca, in alcuni momenti tragica, gente che stava male, che vomitava, che non ce la faceva a salire nel bosco, trecento metri di dislivello per una boschina non facile, a volte ressa, ammassati uno contro l’altro.
I lacrimogeni sparati dentro al bosco in modo che scappando, scappando, pensavi di esserti allontanato e invece ti ritrovavi dentro alla nube.

Dopo oltre un’ora siamo usciti sul colle, a La Ramat e la gente che abita la frazione ci è venuta in soccorso con acqua e pane per superare la nausea.

Il giorno dopo i giornali hanno titolato: “guerriglia” e posto liberato.
Hanno scritto che eravamo un centinaio e avevamo ferito ottanta poliziotti (potenza!!)
Non hanno parlato delle tagliole per cinghiali, sparse nelle vigne, dove i poliziotti sono finiti dentro…

Una cinquantina di tende rimaste alla Maddalena sono state tagliate e i poliziotti ci hanno pisciato sopra e in alcuni casi anche cagato.

Martedì sera in ventiquattrore è stata lanciata una nuova fiaccolata a Susa e hanno risposto ventimila persone.

La sera di martedì c’è stata la nascita di una bimba, i genitori notav l’hanno voluta chiamare Maria Maddalena. Questa nascita è diventata il simbolo della vita per tutti.

Domani manifestazione nazionale a Chiomonte. Il Tam tam “Raggiungiamo il quorum anche in valle di Susa”.

Riceviamo e rigiriamo: urgente su Freedom Flotilla Il Mediterraneo non è proprietà di Israele

Riceviamo e rigiriamo: urgente su Freedom Flotilla

Il Mediterraneo non è proprietà di Israele

La nave Statunitense “Audacity of Hope” ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d'ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l'equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza “…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana”. “Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele” hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L’obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.

MOBILITIAMOCI PER FARE PRESSIONE SUL GOVERNO GRECO

Freedom Flotilla Italia indice un presidio davanti all’Ambasciata greca in Via Mercadante a Roma

Lunedì 4 luglio alle 17,00 e invita alla mobilitazione in tutta Italia

Invitiamo tutte e tutti a scrivere all’ambasciata di Grecia in Italia, all’indirizzo gremroma@tin.it, a telefonare al n. 06-8537551 e ad inviare fax al n. 06-8415927.
Per adesioni: roma@freedomflotilla.it
Contatti: 333/5601759 - 338/1521278