appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
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sabato 2 luglio 2011

Dalla Valle si Susa. NO TAV.

Il piazzale della Maddalena, a Chiomonte, dove da alcune settimane si era insediato un –presidio- con tanto di campeggio, cucina da campo, lungo tavolo per mangiare, tendone per incontri pubblici, area giochi per bimbi ecc (ormai il movimento notav ha acquisto una professionalità..), aveva il compito di impedire l’apertura del cantiere. Un luogo a ottocento metri di altitudine, fra coltivazioni di lavanda e vigneti i più alti d’Europa (e questo aveva fatto scendere in campo, a difesa, due anni fa, Gérard Depardieu). Alla Maddalena c’è anche una cascina ristrutturata da poco dalla Comunità Montana e sede del Museo che raccoglie reperti dal Neolitico alla seconda età del ferro. In zona anche la famosa galleria scavata nel 1533 dal maestro minatore Colombano Romean che ha accettato la sfida di scavare da solo la galleria della Thullie per portare l’acqua al paese. L’incredibile storia è stata raccontata da Alessandro Perissinotto “La canzone di Colombano” per i tipi di Sellerio. (diventato un best seller).

Qui racconto un’altra storia, quella di migliaia di persone salite alla Maddalena per evitare lo sgombero del cantiere. La sera, domenica 26 giugno, era stata lanciata all’ultimo, con il solito tam tam, sms e facebook, una fiaccolata alla quale avevano risposto sei/settemila persone. Sono rimaste lassù fino a mezzanotte poi molti son tornati a casa per problemi di lavoro e sul sito siamo rimasti comunque in tanti, mille, millecinque. La notte trascorsa ad aspettare con l’ansia che saliva saliva. Con noi moltissimi giornalisti e Tv, e questo faceva appunto pensare che era la notte giusta, in molti ci auguravamo che non rimandassero perché (anche per problemi logistici) cominciava a diventare pesante essere sempre all’erta, pronti a mollare tutto e a dirigersi alla Maddalena.
Impossibile raccontare tutto, vado per flash. La sensazione permanente è sempre stata quella di –irrealtà- totale.
E’ quasi l’alba.
Come previsto per segnalare a tutte le persone presenti nell’area l’avvicinarsi della colonna di polizia, finanza e carabinieri vengono sparati dei fuochi artificiali. Bellissimi, colorati. Irreali- perché non annunciavano “festa”.

Irreale erano le raccomandazioni che echeggiavano dalla gente sul piazzale, ai ragazzi o ai giornalisti: “non calpestate la lavandaaaa”, (in un clima tesissimo con le ruspe e i poliziotti che stavano salendo).

Irreale era la luce, il sorgere del sole, sulle montagne, confine francese

Completamente irreale era la musica della radio, sintonizzata su un programma di buongiorno mattino che continuava a trasmetteva canzonette… mentre i poliziotti, caschi blu, maschere antigas, scudi e manganelli avanzavano per sgomberare

Irreale era la muraglia di persone di tutte le età appesa alle griglie per opporsi con il proprio corpo alla ruspa che avanzava. Persone che non avevano certo l’attitudine a questo genere di cose, eppure, determinati.

Irreale è stata la performance in un silenzio apocalittico del nonviolento pacifista Turi Vaccaro (presente fin da Cosimo), e abituato a girare a piedi l’Europa, il quale ad un certo punto è andato incontro alle truppe, scalzo e con le mani alzate, brandendo una treccia d’aglio e con questa “benediva” i poliziotti. Poi si è fermato e si è messo a fare yoga. (ovviamente l’hanno impacchettato subito)

Irreale era la “tenuta” sul piazzale, le parole da guerriglia: “ci attaccano”, “attenti ai lacrimogeni”, la decisione comune di “indietreggiare” lasciare il campo mentre il primo sole del mattino evidenziava le vigne inondate dai gas lacrimogeni.

E poi su a scappare per la montagna
Con i poliziotti dietro che menavano su chi si inciampava, chi cadeva.
Una ritirata farsesca, in alcuni momenti tragica, gente che stava male, che vomitava, che non ce la faceva a salire nel bosco, trecento metri di dislivello per una boschina non facile, a volte ressa, ammassati uno contro l’altro.
I lacrimogeni sparati dentro al bosco in modo che scappando, scappando, pensavi di esserti allontanato e invece ti ritrovavi dentro alla nube.

Dopo oltre un’ora siamo usciti sul colle, a La Ramat e la gente che abita la frazione ci è venuta in soccorso con acqua e pane per superare la nausea.

Il giorno dopo i giornali hanno titolato: “guerriglia” e posto liberato.
Hanno scritto che eravamo un centinaio e avevamo ferito ottanta poliziotti (potenza!!)
Non hanno parlato delle tagliole per cinghiali, sparse nelle vigne, dove i poliziotti sono finiti dentro…

Una cinquantina di tende rimaste alla Maddalena sono state tagliate e i poliziotti ci hanno pisciato sopra e in alcuni casi anche cagato.

Martedì sera in ventiquattrore è stata lanciata una nuova fiaccolata a Susa e hanno risposto ventimila persone.

La sera di martedì c’è stata la nascita di una bimba, i genitori notav l’hanno voluta chiamare Maria Maddalena. Questa nascita è diventata il simbolo della vita per tutti.

Domani manifestazione nazionale a Chiomonte. Il Tam tam “Raggiungiamo il quorum anche in valle di Susa”.

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