appello

Appello a tutti...

Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.

Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.

Per donazioni:
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mercoledì 31 agosto 2011

Non siamo ciechi

Da alcune settimane a Lampedusa la situazione dei migranti rinchiusi nei centri ed in particolare dei Tunisini si è aggravata, non sappiamo il numero esatto dei migranti che sono nei centri di Lampedusa ma di sicuro si è tornati ad un sovraffollamento e le condizioni di vita sono estreme, il solo fatto di non potere uscire dal centro pone questi uomini in una condizione mentale e fisica molto grave. Temiamo che i centri siano nuovamente diventati dei CIE e che ci sia la volontà come già successo, di rimpatriare i tunisini direttamente da Lampedusa, gli accordi stipulati con la Tunisia prevedono numeri molto bassi di rimpatri mensili, ribadiamo che siamo contro i respingimenti ed i rimpatri forzati perchè non garantiscono i diritti fondamentali di chi scappa da situazioni di pericolo e spesso di tortura dal proprio paese e che per noi non c'è distinzione tra la nazionalità tunisina e altre nazionalità, diciamo chiaramente che c'è un pericolo che si ritorni alla situazione venutasi a creare nei mesi scorsi a Lampedusa e che avvengano rivolte anche violente, specialmente se ci sono rimpatri e questi vengono effettuati nascondendo ai tunisini la destinazione dei loro trasferimenti, è successo che ad alcuni tunisini è stato detto che la loro destinazione di arrivo fosse Roma e poi sono invece stati portati in Tunisia, questi non appena arrivati a destinazione hanno avvisato i loro connazionali di quello che era successo e coloro che si trovavano nel centro di Lampedusa sono giustamente entrati in uno stato di agitazione. Alcuni lampedusani vorrebbero che non si parlasse di quello che sta accadendo pensando che la soluzione sia nascondere tutto e continuare con la stagione estiva, mentre già si prepara al centro di ponente la ex base Loran un CIE più grande che possa contenere molti tunisini, abbiamo l'impressione che la volontà del governo sia di fare di Lampedusa una grossa base militare che funzioni da piattaforma di detenzione ed espulsione per migliaia di giovani che hanno l'unica colpa di cercare in Europa qualcosa di migliore. L'Europa dovrebbe investire nei paesi africani con un etica che non ha mai avuto, cercando di far sviluppare veramente questi paesi e non sfruttandoli e permettendo agli amici dittatori di praticare torture, inoltre è bene ricordare che l'Italia è uno dei maggiori produttori di armi e che spesso queste vengono vendute a questi dittatori, Gheddafi ad esempio è stato armato dall'Italia, il nostro paese inoltre è coinvolto in numerose azioni di guerra in questi paesi. Non possiamo continuare a fare finta di non vedere niente, non vedere le colpe che l'occidente ha nei conflitti in Africa e in medioriente, non possiamo fare finta di non vedere gli affari che l'occidente ha fatto con molti dittatori, non possiamo fare finta di non vedere i respingimenti, le condizioni disumane in cui i migranti sono ridotti all'interno dei CIE, non possiamo fare finta di non vedere le politiche che il governo italiano sta attuando in materia di immigrazione, non possiamo fare finta di non vedere cosa il governo sta realizzando a Lampedusa, un enorme CIE militarizzato. Sull'isola si sta spostando l'attenzione sui danni prodotti dai mezzi d'informazione nei confronti del turismo, non fa niente se l'isola è militarizzata, se uomini vengono rinchiusi e torturati, l'importante e che non si veda niente, a furia di fare finta di non vedere stiamo diventando ciechi, l'unica cosa che qualcuno riesce a vedere è il proprio conto in banca, i propri interessi economici. La cosa tragica è che questo si va a inserire in un progetto più ampio che porterà noi lampedusani ad emigrare, perche se non si contrastano queste politiche disumane si avalla un comportamento dello stato che militarizza ed usa il territorio di Lampedusa come una enorme prigione senza diritti, difendere i diritti dei migranti significa difendere i nostri diritti. La nostra comunità deve fare uno sforzo e fare un ragionamento più ampio e riconoscersi in chi ha negata la libertà di spostarsi, la libertà di avere un lavoro, la libertà di farsi una famiglia, riconoscersi in chi non ha riconosciuta la dignità, i diritti fondamentali, ed è bene che noi lampedusani facciamo questo sforzo perche non esageriamo se diciamo che molto presto ci troveremo noi nella condizione di migrare per trovare una vita migliore, se il governo continuerà con queste politiche e la comunità internazionale non farà un cambio nelle politiche estere ed economiche, Lampedusa diventerà un posto invivibile, chiediamo quale siano le proposte per affrontare quello che sta accadendo, noi oggi abbiamo un enorme responsabilità, siamo testimoni di un enorme ingiustizia, siamo noi stessi vittime di queste ingiustizie, come pensate di reagire, facendo finta di non vedere, impedendo di fare filmati o foto, ammazzarli tutti come qualcuno ha detto quando i migranti sono scappati per fare un bagno, come ?
Anche se nessuno più parlasse di quello che sta accadendo a Lampedusa, pensate che oggi sia un posto dove potere vivere bene ? Si può convivere con tutto questo dolore ? Con tutta questa ingiustizia ?
Noi siamo contro i respingimenti, contro i CIE, pensiamo che l'apertura di un corridoio umanitario dalla Libia sia un primo passo per evitare tutte queste morti che avvengono nel mediterraneo e crediamo che uno sviluppo di Lampedusa non possa prescindere da un cambio delle politiche nazionali sull'immigrazione. Crediamo fortemente che la dignità umana e diritti universali siano valori fondamentali di cui non si può fare a meno. Non fare finta di niente e denunciare ciò che sta accadendo è un nostro dovere.

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