appello
Appello a tutti...
Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.
Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.
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giovedì 9 luglio 2009
C'erano 74 rifugiati eritrei tra gli 89 respinti il primo luglio - L'appello della comunità eritrea di Tripoli
Gentilissimi,
Alla cortese attenzione di tutti coloro che sono a conoscenza delle violazioni del diritto d’asilo delle attuali politiche italiane dell’immigrazione:
A causa dell’attuale accordo tra Libia e Italia, che permette all’Italia di respingere gli immigrati in Libia, da dove sono partiti, sono stati respinte alcune centinaia di immigrati e rifugiati. Le autorità libiche li accolgono in condizioni inumane. Sono sottoposti a continui maltrattamenti fino a quando verrà presa qualche decisione sul loro destino, probabilmente la deportazione nella loro patria.
Alcuni di loro hanno urgente bisogno di una protezione internazionale, in qualsiasi luogo dove la loro richiesta possa essere seriamente esaminata dall’Acnur (Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite). In qualsiasi posto eccetto la Libia e, dopo il sei maggio, l’Italia.
Siamo riusciti a raccogliere informazioni sui detenuti respinti in Libia lo scorso 1 luglio 2009.
Abbiamo trovato 74 eritrei tra loro, tra cui 9 donne. Tutte le donne sono detenute a Zawiyah, e gli uomini a Zuwarah. Ci hanno detto di essere stati presi quando erano a circa 45 km (30 miglia) dalla costa italiana. Quando hanno saputo che li stavano riportando in Libia, dove sarebbero stati arrestati per altre torture, hanno vivamente protestato a bordo. Ma le proteste gli hanno solo procurato molti abusi fisici da parte delle forze navali italiane. Al punto che due di loro sono seriamente feriti, e altri sei hanno ferite minori. Sono tutti eritrei e hanno bisogno di una protezione internazionale. È un obbligo di tutti gli Stati firmatari della Convenzione di Ginevra del 1951. Sono stati respinti in Libia, ma dal momento che la Libia non ha firmato questo protocollo internazionale, e non ha una procedura nazionale sull’asilo, questi richiedenti non avranno mai una opportunità di chiedere asilo in Libia, altrimenti sarebbero a rischio di essere deportati nella loro patria, dove la loro vita è a rischio.
Stiamo seguendo gli sviluppi nei limiti delle nostre possibilità, nascondendo i nostri nomi e i nostri indirizzi dal momento che le autorità non accetterebbero le nostre richieste e questo potrebbe procurarci alcuni rischi per la nostra vita... siamo in un luogo dove non c’è libertà di parola né di protesta. Così ci auguriamo che le vostre rispettate organizzazioni guardino al tema dei richiedenti asilo nel modo più serio e urgente possibile. Gli eritrei hanno urgente bisogno di una protezione internazionale, dal momento in cui la loro emigrazione non è semplicemente economica, ma c’è qualcos’altro dietro, lo sappiamo.
Pertanto, includiamo qui la lista dei nomi degli Eritrei che sono stati respinti
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Cordiali saluti, un anonimo eritreo, Tripoli
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