Sono iniziati sabato scorso i lavori per la demolizione del nuovo centro per immigrati presso la Stazione Loran di Ponente a Lampedusa.
La costruzione del CIE di Ponente era infatti avvenuta in assenza dei preventivi pareri e nulla osta necessari sulla base del regime vincolistico vigente nell’area.
Le opere erano state denunciate come abusive durante la mobilitazione contro i nuovi provvedimenti del Ministro Maroni in materia di immigrazione.
Nel corso della Conferenza di Servizi attivata per la valutazione della legittimità del nuovo centro, il Viminale ha dovuto prendere atto dell’abuso commesso, dell’impossibilità di sanare le opere realizzate e della necessità di procedere al ripristino dei luoghi.
Si tratta di un risultato di civiltà ottenuto anche grazie all’impegno e alla continua mobilitazione dei cittadini di Lampedusa. Quei cittadini che non si sono mai arresi e che continueranno a tenere alta l’attenzione su quanto accade nella loro isola.
Pertanto continuerà la raccolta di firme volta ad ottenere che il Centro di Imbriacole, attualmente destinato a centro di identificazione ed espulsione, torni ad essere quel Centro di primo soccorso ed accoglienza che dal 2006 era diventato “fiore all’occhiello” per l’Europa intera.
Rimane l’amara constatazione sull’enorme spreco del denaro di noi contribuenti che il governo ha perpetrato per costruire strutture che oggi vengono demolite. Per di più in un’isola dove si fanno i doppi turni a scuola e si rimane isolati dalla terraferma per settimane, dove neanche un soldo è mai stato speso per realizzare strutture per lo sport e la cultura e nulla si fa per incrementare pesca e turismo, le uniche risorse economiche che garantiscono la sopravvivenza dell’intera comunità delle Pelagie.
Lampedusa, 4 maggio 2009
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