appello
Appello a tutti...
Quest'anno il Lampedusa in Festival è arrivato alla sua terza edizione. Con molto entusiasmo stiamo portando avanti questa iniziativa che riteniamo sia importante per Lampedusa, i lampedusani e tutti coloro che amano l'isola. Purtroppo, anche quest'anno, dobbiamo fare i conti con le nostre tante idee e i nostri pochi fondi per realizzarle.
Chiediamo a tutti coloro che credono nel Lampedusa in Festival e nel lavoro che Askavusa sta facendo -rispetto all'immigrazione e al territorio di Lampedusa- di dare un contributo, anche minimo, per permettere al Festival di svolgere quella funzione di confronto e arricchimento culturale che ha avuto nelle passate edizioni.
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martedì 3 marzo 2009
01/03/2009 - Verona: «Il Cie? Va discusso in Provincia»
«Non c'è ancora nulla di ufficiale sull'eventuale dislocazione veneta del Cie, il Centro di identificazione e espulsione per clandestini che il Governo intende realizzare in ogni regione». Massimo Galli Righi, presidente del Consiglio provinciale, interviene sul dibattito che in questi giorni è divampato tra città e provincia.«In questa», prosegue Galli Righi, «fase è evidente come il Consiglio provinciale sia il luogo istituzionalmente deputato a questo dibattito. I nostri 36 consiglieri rappresentano le zone della provincia di cui possono riportare il sentore dei cittadini e dei sindaci. Ritengo utile affrontare la questione in una discussione pubblica che possa essere utile a tutti».«Per quanto mi riguarda», aggiunge Galli Righi, «infatti, sono convinto che si debba uscire dai singoli campanilismi e dai veti incrociati. E' evidente che Lampedusa e Crotone non possono farsi carico di tutti i clandestini che purtroppo arrivano nel nostro territorio nazionale. Se nel Veneto sarà scelta la provincia di Verona, e non è che lo desidero ardentemente, mi schiero tra coloro che lavoreranno per identificare una località idonea e non tra coloro che si limiteranno a ostacolare la realizzazione del Cie nel proprio territorio».«Mi schiero tra coloro che chiederanno al Governo un sito facilmente controllabile», conclude, «e controllato da agenti che si aggiungeranno a quelli che già lavorano sul nostro territorio. Chiedo garanzie allo Stato su questi punti, consapevole della necessità, come pubblico amministratore, di farsi carico dei problemi collettivi. Con scelte non con veti».Un «no» secco, invece, alla realizzazione del Centro nel territorio di Villafranca viene da Filippo Dalfini, 31 anni, vicepresidente del Consiglio comunale e consigliere di maggioranza di Progetto nord est (Pne).Dalfini è approdato al movimento fondato dallo scomparso imprenditore Giorgio Panto di recente, dopo essere stato espulso, lo scorso luglio, dalla Lega nord per aver dato origine al movimento «Giovani padani» locale senza l'autorizzazione dei vertici del partito. Dalfini si dichiara pronto a dar battaglia dentro e fuori il Consiglio comunale se il ministero dell'Interno confermerà l'intenzione di aprire il Cie a Villafranca. Attraverso un comunicato Dalfini fa sapere che è intenzionato a proporre, nella prossima seduta consiliare, «un ordine del giorno nel quale si possa chiarire che la comunità di Villafranca non intende accettare scelte e decisioni calate dall'alto su argomenti di così importante rilevanza». Dalfini annuncia che la protesta andrà oltre la presentazione del voto di censura ai consiglieri di maggioranza e minoranza. «Sono pronto», aggiunge, «a mobilitare la cittadinanza e gli iscritti della sezione comunale del Pne per protestare contro l'apertura del centro di accoglienza non appena giungeranno notizie più precise sulla sua esatta collocazione». Poi aggiunge: «Martedì prossimo, alle 18, riuniremo nella sala consiliare di Sommacampagna il direttivo provinciale del nostro movimento ed assieme a Mariangelo Foggiato, consigliere regionale del Pne, coordineremo le iniziative che intraprenderemo contro le decisioni del Governo». Infine Dalfini non risparmia una frecciata al comportamento nella vicenda tenuto dal suo ex partito, la Lega nord. «Secondo me», conclude il vicepresidente, «a livello nazionale il partito di Bossi ha perso il lume della ragione e a livello comunale come al solito non muove un dito a difesa dei propri cittadini». F.T.
http://www.larena.it/stories/Home/165211/
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