Si arriva così ad un secondo segnale di svolta, dopo oltre 12 anni, del lungo calvario per i familiari delle vittime e per i superstiti, in seguito alla giusta condanna del 9/4/’08 , pure a 30 anni, dell’altro imputato El Hallal.
Sia il PM Toscano che gli avvocati dei familiari delle vittime hanno espresso piena soddisfazione per la sentenza. Pensiamo però che non si possano attenuare le gravi manchevolezze nell’investigare sulla rete di complicità della “holding degli schiavisti” ( come la definiva Dino Frisullo); dato che , il padre della vittima Shabib (in attesa di permesso di soggiorno, ma costretto a tornare in Pakistan per l’aggravarsi della madre), Zabiullah , aveva già ricostruito la rete di “agenzie di viaggio” a Karachi, Colombo, Alessandria d’Egitto… Ciononostante l’Interpol ancora brancola nel buio. Sarebbe stata inoltre necessaria un’indagine anche sulle numerose omissioni di soccorso e di atti d’ufficio di casa nostra, dato che in troppi si sono ostinati a considerare per anni il naufragio "presunto".
In questi anni il numero delle vittime è salito vertiginosamente ed i trafficanti di esseri umani continuano ad ingrassarsi approfittando di leggi proibizioniste che impediscono ingressi regolari: Si preferisce dilapidare denaro pubblico per militarizzare le nostre coste e costruire nuovi lager, inoltre, si firmano accordi di riammissione con governi del bacino nordafricano sempre più corrotti e liberticidi; addirittura si esternalizzano le galere etniche in paesi come la Libia e si trasforma Lampedusa in una nuova Guantanamo.
La sentenza di oggi è un secondo passo per ottenere Verità e Giustizia non solo per gli imputati Thourab ed El Hallal, che dovranno finalmente iniziare a pagare per i loro crimini (nonostante siano contumaci), ma all’interno di un progressivo accertamento dell’insieme delle responsabilità della rete internazionale dei trafficanti e dei loro complici, anche in Italia; dato che le tragedie per entrare nella fortezza Europa si moltiplicano, grazie alla vergognosa latitanza bipartisan delle forze politiche, che , invece d’ investire in nuove politiche d’accoglienza preferiscono vergognose politiche securitarie , riducendosi così a fare la guerra ai poveri, anzichè alla povertà.
Ct 11/3/’09
Rete Antirazzista Catanese, Senza Confine, Associazione Lavoratori Pakistani in Italia
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